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Cupidigia

Un uomo a metà, una metà oscura una metà illuminata dal bagliore della lucidità. Il soggetto si appoggia fiero su un mucchio di denaro che avidamente ha accumulato – probabilmente anche illecitamente. Lo sguardo astuto, fermo ed accigliato suggerisce questo a chi lo osserva, uno sguardo che sfida lo spettatore posto dinanzi.
“Nota mitologica extra: c’entra qualcosa con Cupìdo? Ebbene sì, il nome del putto che se ne va sfarfallando in giro a fare innamorare le persone fulminandole con frecce a forma di cuore deriva dall’insopprimibile desiderio che genera in chi colpisce. Il suono scuro della parola evoca gli antri dell’ego in cui una bestia di brama sfrenata ingoia intere tavole imbandite tentando di soddisfare un appetito inestinguibile. È il circolo vizioso del potere per il potere, della ricchezza per la ricchezza, che attrae nel suo vortice anche i non potenti – che cercano pace nella sopraffazione -, anche nei non ricchi – che ostentano beni esclusivi al di sopra del buon senso e del gusto”.

“La cupidigia,

l’avere come orizzonte della propria vita l’arricchimento

e l’accumulazione di beni o la

soddisfazione di bisogni artificiali si risolve facilmente in angoscia e in nevrosi”.

(Luciano Pedro Mendes de Almeida)

(2) Commenti

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